Valdarnese bianca
Sinonimi o nomi locali: Pollo del Valdarno
Origine geografica della razza: Bacino del Valdarno, provincia di Firenze
Distribuzione geografica della razza: Toscana, alto Lazio, Liguria
Popolazione totale stimata: 398 (Castillo et al., 2021)
Stato di rischio di estinzione (FAO, 1998): Minacciata conservata
Altre info specifiche della razza: Razza dolicomorfa di taglia media
Origine storica della razza
I riferimenti ad un pollo con penne bianche e tarsi fortemente pigmentati di giallo, allevato nel Valdarno superiore, si perdono nel tempo. Questo pollo era conosciuto per la sua rusticità, per essere ribelle alla clausura e soprattutto per la sua carne soda e gustosa. Inizialmente descritto come appartenente alla varietà bianca della razza Valdarno, nel corso del ‘900 ha subito prima interventi di incrocio e successivamente di selezione allo Varie sono le denominazioni che si sono mantenute nel tempo (Pollo del Valdarno, Valdarno bianca, Valdarnese, Valdarnese bianca). I primi riferimenti, con la denominazione di Valdarno bianca, risalgono all’inizio del secolo scorso (1902): il Marchese Girolamo Trevisani alla Società Agraria di Bologna citava allevatori fiorentini particolarmente attivi nel lancio della razza; nel 1925 riproduttori di Valdarno bianca furono presentati al Concorso di produzione invernale di uova a Bergamo. Tuttavia, la segnalazione più significativa è quella relativa alla partecipazione alla Mostra Avicola di Cremona del 1953, che ne costituì il primo vero riconoscimento ufficiale come razza a sé stante. In realtà proprio gli anni ’50 videro una forte ripresa dell’allevamento di questa razza, grazie in particolare alla costituzione, nel 1954, del Gruppo Avicolo del Valdarno (Montevarchi – AR), caratterizzato da un Centro di selezione, due grandi incubatoi e numerosi pollai di moltiplicazione.
Il 7 marzo dello stesso anno si tenne a Montevarchi (AR), il “Convegno per la valorizzazione ed il miglioramento della pollicoltura nel Valdarno Superiore”, che ebbe rilevanza nazionale e segnò anche l’inizio di un piano di selezione della Valdarno bianca sotto il controllo dell’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura di Arezzo e con il successivo contributo delle ricerche del prof. Quilici condotte presso la Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo, a partire dal 1957. In breve tempo la razza raggiunse il massimo della sua produttività e notorietà. Gli agricoltori ricordano come in quegli anni nei mercati più importanti del Valdarno (Montevarchi, San Giovanni, Figline, Laterina e Loro Ciuffenna) si commercializzassero mediamente ogni settimana, con la denominazione “pollo novello”, 20-30.000 polli di razza Valdarno bianca, con minimi nei mesi di gennaio-marzo e massimi da settembre a dicembre, per i mercati di Milano, Roma, Genova e Firenze, e paragonano il costo di un pollo ad almeno la retribuzione giornaliera di un operaio. Infatti i prezzi spuntati potevano variare negli anni ’50 da un minimo di 500 L/kg nei mesi di settembre-ottobre ad un massimo di 1200 L/kg nei mesi da marzo a maggio. A partire dal 1963, in concomitanza con la drastica riduzione dei contratti di mezzadria e con il progressivo espandersi dell’avicoltura intensiva, inizia il declino dell’allevamento della Valdarnese bianca, aggravato dalla crisi gestionale del Gruppo Avicolo del Valdarno e dalla ripresa dell’allevamento rurale della Livorno bianca favorito dal più facile reperimento dei pulcini prodotti da incubatoi specializzati del Nord Italia.
L’anno successivo, dopo nove anni di vita, il Gruppo Avicolo del Valdarno cessa la propria attività. Ciononostante, una parte dei pollicoltori della zona hanno continuato, anche se spesso su piccola scala, ad allevare questo tipo di polli, col preciso scopo di mantenere una tradizione ben radicata e con la preoccupazione di garantire la sopravvivenza della razza. Una decina di anni fa, la struttura che aveva ereditato l’attività della Stazione sperimentale di Rovigo, cioè il Conservatorio delle razze avicole in pericolo di estinzione della Regione Veneto, ha nuovamente preso in considerazione il rischio di perdita della razza ed ha intrapreso un lavoro di moltiplicazione a partire da un centinaio di uova da cova, lì trasferite e sottoposte a controllo. In realtà nell’ultimo anno di attività del Conservatorio (2001), gli ultimi riproduttori rimasti presso qualche allevatore a cui erano stati affidati sono andati dispersi, ma un certo numero di soggetti derivati da questi risulta tuttora presente in alcune aziende del Valdarno.
Bibliografia
Gualtieri M, Pignattelli P, Cristalli A (2006) Pollo di razza Valdarnese bianca. In: Risorse genetiche animali autoctone della Toscana. Ed. ARSIA (Firenze)
Caratteri morfologici qualitativi
Morfologia delle piume: Normale
Distribuzione delle piume: Normale
Conformazione del piumaggio: Piumaggio abbondante e uniforme
Colorazione del piumaggio: Bianco latte
Caratteristiche della colorazione: Monocolore senza dimorfismo sessuale
Struttura della colorazione: Piumaggio color bianco latte, tendente al giallo paglierino su mantellina e schiena (soprattutto nel maschio). Nel gallo piume più lunghe nella mantellina e coda a ciuffo con falciformi brevi.
Colore piumaggio pulcini: Giallo uniforme
Tipo di cresta: Cresta semplice, carnosa, eretta, piegata di lato nella gallina
Dentatura della cresta: Cinque o sei punte
Colore orecchioni: Giallo crema con qualche venatura rossa
Colore del becco: Leggermente ricurvo di colore giallo oro antico
Colore dell’iride: Rosso-arancione
Colore pelle: Giallo
Colore tarsi: Giallo
Calzatura dei tarsi: Nudi
Altri caratteri visibili specifici e distinti: Bargigli molto lunghi (7-9 cm)
Caratteri morfologici quantitativi
Caratteri genetici
Caratterizzazione della razza con Polimorfismi a Singolo Nucleotide (SNPs)
Caratterizzazione delle popolazioni in conservazione con microsatelliti e piani di accoppiamento
Caratteri quantitativi riproduttivi e produttivi
Caratteristiche dell’uovo
Peso corporeo e caratteristiche di crescita
Mortalità
Caratteristiche della razza per l’allevamento
Scheda tecnica
(La scheda è già impaginata per la stampa in formato libretto, selezionando l’opzione fronte-retro con rilegatura sul lato corto.)